domenica 1 aprile 2012

Trilogia di Bartimeus - Jonathan Stroud





La Trilogia di Bartimeus, Jonathan Stroud, Ed. Salani:
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Questo libro vi farà piangere dal ridere.

E anche piangere e basta.










Fra Jonathan Strange & Mr Norrel ed Harry Potter, passando per Buona Apocalisse a Tutti e Dickens: un romanzo fantasy divertentissimo ma che fa pensare, coronato da uno dei migliori finali di sempre. 
Consigliatissimo.



 - Quella cosa che assomiglia ad Harry Potter? -

La nostra è la generazione di Harry Potter: è inutile negarlo. Così come i nostri genitori, nell'accostarsi al genere fantastico, hanno dovuto fare i conti con l'ingombrante onnipresenza del modello tolkeniano - che fosse per amarlo, abbracciarlo e convolare a più o meno felici nozze (Terry Brooks, Terry Goodkind, tutti i Terry insomma) oppure per rifiutarlo - allo stesso modo noi oggi non possiamo ignorare il peso del ciclo di romanzi Urban Fantasy della Rowling.

Lo devo ammettere. Mi sono avvicinata a Jonathan Stroud perché qualcuno (Willwoosh, per la precisione), lo aveva definito 'una cosa tipo Harry Potter'. Ed io, ovviamente, mi ci sono fiondata (non disprezzatemi: ormai è una sorta di riflesso pavloviano).

Ebbene, niente di più lontano dalla realtà.
Sono anzi moderatamente convinta che uno degli impulsi generativi del ciclo di romanzi sia stato la volontà di prendere gli archetipi narrativi presenti in Harry Potter così come in molti altri esemplari della letteratura del genere (Stato distopico-totalitario; Resistenza/rivoluzione; opposizione fra personaggi dotati di poteri magici e Babbani/gente normale; invocazione di un servitore magico) e ribaltarli: con ammirevole, puntigliosa, feroce determinazione.
Eppure, quello che ci troviamo fra le mani al termine della lettura non è un semplice manifesto programmatico anti-buonismo harrypotteriano...
- Il potere dei Nomi -

Siamo in un mondo dove, proprio come nell'Earthsea di Ursula Le Guinn o nelle avventure di Kvothe narrate da P. Rothfuss, i nomi hanno potere. Per un mago, perciò, gente litigiosa e senza scrupoli, lasciare che un nemico in possesso di doti magiche venga a conoscere il suo vero nome sarebbe un vero e proprio suicidio. Per questo motivo in Inghilterra ogni membro dell'elite politica, l'unica classe sociale a cui è permesso l'accesso allo studio della magia (o, se è per questo, anche a qualunque altro tipo di istruzione), è costretto ad adottare un bambino comune del quale non deve mai venire a sapere il vero nome, quello datogli dai genitori: un giovane apprendista che, quando sarà grande, potrà ottenere uno psudonimo con il quale farsi chiamare all'interno dell'alta società magica e imparare l'arte delle invocazioni, dalle quali scaturisce tutto il potere.
La storia si suddivide in tre parti, che seguono l'educazione e l'ascesa al potere del giovane e promettente Nathaniel all'interno di un regime totalitario che, nella retorica così come nelle strutture del potere, ricorda molto più quello fascista che quello nazista. Anche la narrazione è tripartita: possiamo così osservare lo svolgersi degli eventi dal punto di vista dello stesso Nathaniel, del suo simpatico servitore demoniaco Bartimeus e della giovane rivoluzionaria Kitty Jones.  

  - L'amuleto di Samarcanda -
Spinto dall'ambizione e dal desiderio di vendetta per un torto subito anni prima, il giovane apprendista mago Nathaniel compie una convocazione un poco al di sopra delle sue capacità e chiama a sé, come servo magico, il Jinn di quarto livello Bartimeus
Lo spirito - piuttosto perplesso e infastidito dall'idea di essere stato schiavizzato da un bambino - non sarà forse la creatura più potente in circolazione, ma è dotato di un ingegno unico da vero trickster che gli permetterà, tra una trasformazione e l'altra, di condurre incolumi se stesso ed il proprio padrone attraverso gli intrighi e le lotte di potere dell'alta società londinese.

- L'Occhio del Golem -
Nathaniel è cresciuto: ora è un adolescente, conosciuto ovunque tramite il suo pseudonimo John Mandrake e ben inserito all'interno del governo totalitario inglese: un giovane di talento, convinto dell'ideologia e della necessità della dittatura, che già ora promette di arrivare in alto nella gerarchia statale. Ma i ripetuti attacchi della Resistenza, di cui fa parte la 'terrorista riluttante' Kitty Jones, e di un'indistruttibile creatura magica controllata da un burattinaio nascosto metteranno in grave pericolo la sua carriera costringendolo a ricorrere ancora una volta all'invocazione dell'esasperato Bartimeus. Le avventure della strana coppia si intrecciano con quelle della rivoluzionaria fra le strade ugualmente nebbiose della modernissima Londra e della cadente e misteriosa Praga, patria della magia del Golem.

- La Porta di Tolomeo -
 Nell'infinita schiera di padroni che, nei secoli, hanno comandato Bartimeus, solo uno è riuscito a guadagnarsi la sua fiducia incondizionata: il giovane egiziano Tolomeo d'Alessandria che, spinto dall'utopia di una convivenza pacifica fra umani e spiriti, ha preferito stringere amicizia con il Jinn invece di schiavizzarlo. E ora che la dittatura magica è impazzita, indebolita e sul punto di crollare, starà a Kitty Jones cercare di ristabilire questo antico legame con Bartimeus  - moribondo a causa dell'eccessiva durata della schiavitù cui lo ha sottoposto Nathaniel - per salvare i comuni di Londra da una piaga mai vista...

- Educazione, ascesa e caduta di un giovane gerarca fascista -

Una tipica trama da romanzo fantasy, insomma: se non fosse che, a questo giro, il nostro è il punto di vista del cattivo
Sempre. 
Che si tratti del giovane esponente di una dittatura o di una ragazza che si trova, proprio malgrado, coinvolta in atti che più di resistenza al potere vanno colorandosi di sfumature terroristiche, è difficile trovare qualcuno in cui immedesimarsi. Tanto che il più empatico di tutti è Bartimeus, il 'demone malvagio' dotato di irresistibile humour nero ed ingegno, unico personaggio al quale Stroud concede il privilegio della narrazione in prima persona. Sarà anche un terribile Jinn divoratore di uomini e un bugiardo compulsivo, ma la sua visione degli eventi è sempre lucida, cinica, disincantata e caratterizzata da un distacco ironico che rende la lettura estremamente leggera e divertente. Basti dire che mi ci è voluto un libro e mezzo di grasse 'risate da autobus' (quelle che fanno sì che gli altri passeggeri ti lancino occhiate vagamente preoccupate) per rendermi conto che la storia che stavo leggendo trattava, fra le altre cose, anche di tortura, schiavitù, regimi dittatoriali. Tutti temi che rendono il libro forse un poco inadatto ai lettori più giovani, pur trattandosi, nell'originale, di una pubblocazione Disney.

Punto forte dei romanzi, oltre alla simpatia trascinante dell'eponimo protagonista demoniaco, il raffinato character development. La trilogia era programmata nei minimi particolari fin dall'inizio, e questo porta ad una singolare naturalezza nello sviluppo psicologico dei tre protagonisti.
In particolare, intermezzati nel brodo dell'umorismo improbabile e surreale dei capitoli affidati a Bartimeus, la figura di Nathaniel spicca per i toni realistici con cui è tratteggiata pur nella necessità di accettare l'assurdo presupposto che sia possibile far carriera così alla svelta in qualunque tipo di regime politico, anche dispotico (ma dopotutto ci sono le necessità di condensazione di una trama che altrimenti si sarebbe fatta troppo complessa, e probabilmente ancor più malinconica). A colpire è la verisimiglianza delle reazioni del personaggio agli stimoli esterni, sempre commisurati alla sua età reale - diversamente da quanto solitamente accade nella narrativa di questo genere - e il suo graduale sprofondare nell'antipatia e nell'immoralità: niente si concede al desiderio di immedesimazione del lettore. Mi sono trovata a chiedermi, ad un certo punto della lettura, se per molti uomini politici non sia proprio così che funziona: una corruzione graduale, per piccoli scarti sempre apparentemente giustificati dalle necessità contingenti.
Solo, senza magia.

9 commenti:

  1. "Lo devo ammettere. Mi sono avvicinata a Jonathan Stroud perché qualcuno (Willwoosh, per la precisione), lo aveva definito 'una cosa tipo Harry Potter'."
    Io pure l'ho cominciato a causa di Willwoosh! XD solo che a me ha incuriosito solo perché ha detto "Solo che ci sono i demoni e fa morire dal ridere". Si può dire che Willwoosh ha il dono di saper far ridere ed un'acutezza impareggiabili, ma con la descrizione di questo libro, a ben vedere, c'ha cannato di brutto - a parte il fatto che fa ridere - XD
    Bellissima recensione comunque, la condivido in toto.

    Crysalis88

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  2. Ti ringrazio ^_^
    Ho la sensazione che Stroud dovrebbe pagarlo, a Willwoosh. Scommetterei che in quei giorni i suoi romanzi abbiano vissuto, qui in Italia, un piccolo boom di vendite.
    Chissà quanto ci metteranno ad accorgersi che basta un 'passaggio pubblicitario' di 5 minuti su un video di youtube per produrre questi effetti?

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    1. Non molto, temo, anche se spero di tutto cuore che se ne accorgano il più tardi possibile, altrimenti tutti i miei youtubers preferiti cominceranno a pubblicizzare roba a iosa e anche questo strumento "pulito" dall'arrivismo dei mass media sarà rovinato XD già ci provano con la pubblicità prima dei video... basta! :| XD

      Crysalis88

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    2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    3. Sì, hai ragione ^_^ anche se la migrazione di Willwoosh nel mondo dell'editoria e del cinema, sinceramente, non mi lascia sperare per il meglio. Per il momento sembra comunque che i mezzi di comunicazione mainstream siano interessati più a 'rapire' questi personaggi piuttosto che a invadere i loro spazi vitali...

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  3. Bella recensione, che condivido in toto.
    A parte l'ignoranza di un dettaglio forse fondamentale: chi è / cos'è Willwoosh?

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  4. Grazie!
    Willwoosh è un vlogger, cioè un blogger che invece di scrivere carica video su youtube; i suoi interventi sono di solito a carattere satirico/umoristico/parodico. In uno dei suoi video-diari ha presentato brevemente la Trilogia di Bartimeus :-)
    Ecco il link:
    http://www.youtube.com/watch?v=FsIHIFEYdzA&list=UUBP54tjCjeWrpIDck17pcIw&index=2&feature=plcp

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  5. "Sono anzi moderatamente convinta che uno degli impulsi generativi del ciclo di romanzi sia stato la volontà di prendere gli archetipi narrativi presenti in Harry Potter così come in molti altri esemplari della letteratura del genere (Stato distopico-totalitario; Resistenza/rivoluzione; opposizione fra personaggi dotati di poteri magici e Babbani/gente normale; invocazione di un servitore magico) e ribaltarli: con ammirevole, puntigliosa, feroce determinazione.
    Eppure, quello che ci troviamo fra le mani al termine della lettura non è un semplice manifesto programmatico anti-buonismo harrypotteriano"

    Mi ero dimenticato di dire che mi trovo perfettamente d'accordo con tutto, specie con la parte citata.

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